Nel 1997 la signora Lina Zucchelli Valsecchi in collaborazione con l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo, ed in particolare con la Classe di Lettere e Arti, istituisce questo premio per onorare la memoria di Nino Zucchelli, illustre socio dell’Ateneo. Il premio sarà attribuito a due studi dedicati a figure di scrittori o di artista bergamaschi del Novecento.
I edizione (1997)
Il primo premio viene attribuito ad Elena Clotilde Agosti per lo studio dal titolo “L’opera incisa di Mirando Haz” e il secondo a Michela D’Adda per il lavoro dal titolo “Narrativa a Bergamo nel primo Novecento (Giovanni Banfi 1878 – 1959)”
II edizione (1999)
Il primo premio non viene attribuito ed è devoluto dalla istitutrice al bando successivo; il secondo è attribuito a Francesca Pagnoncelli Folcieri per la tesi dal titolo “Architettura fascista a Bergamo. Il caso dell’Archivio Pizzigoni”.
III edizione (2001)
Vincitore del primo premio è risultato Renato Ravanelli con il saggio “Quell’operaio del Manzù”, il secondo premio è assegnato a Giacomo Parimbelli per il lavoro dal titolo “Studio su Benvenuto Terzi musicista bergamasco del ventesimo secolo”. Un terzo premio viene attribuito a Marcella Cattaneo per la tesi “Romualdo Locatelli 1905-1943: proposta per un catalogo”.
IV edizione (2005)
Il premio viene assegnato a Umberto Laganà per il saggio “Vito da Bondo. Memorie e ricordo”. Per alcuni anni il premio viene sospeso per volontà della fondatrice.
V edizione (2009)
La borsa di studio viene assegnata ex aequo al saggio della dott.sa Sara Mazzocchi “L’Europa immaginata 1958-1973. Nino Zucchelli promotore della cinematografia europea” e a quello del dott. Lorenzo Nardari “Il ruolo di Nino Zucchelli nello sviluppo e nella fortuna dell’artigianato ceramico a Bergamo”.
VI edizione (2012)
Sono risultati vincitori a pari merito la dott.sa Federica Nurchis con il lavoro “Cesare Pisoni e Carlo Ceresa. Storia di due raccolte legate alla Carrara” e al dott. Federico Zuliani per lo studio “Tra conoscenze erudite e fermenti illuministici. La Danimarca negli scritti di Isidoro Bianchi”