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“Se si dij alcun diffetto in donna che la renda più amabile a qual sij”

Donne in Ateneo

Nei verbali delle sedute del 22 agosto e del 5 settembre 1656 leggiamo che i soci dell’Accademia degli Eccitati si interrogarono su “qual virtuosa qualità sij più desiderabile in una dama d’honore per renderla più amabile” e “Se si dij alcun diffetto in donna che la renda più amabile a qual sij

Erano spunti per tenzoni verbali tra eruditi che tuttavia ci raccontano molto sulla visione che al tempo si aveva delle donne, visione che puntualmente gli archivi dell’Ateneo  ci rimandano. Ci volle quasi un secolo perchè l’Accademia aggregasse una donna. Nel 1780 la poetessa Paolina Secco Suardo Grismondi  (1746 – 1801) – in Arcadia Lèsbia Cidònia – entrò a far parte dell’Accademia degli Eccitati che l’anno successivo onorò anche anche la letterata Caterina Tomini Foresti Beroa Carrara (1757-1827).
Nessuna donna invece fece mai parte dell’Accademia degli Arvali.
Bisogna aspettare il 1830 per vedere un’altra letterata, Edvige De Battisti (1808 -1867) , diventare la prima socia corrispondente dell’Ateneo di Scienze e Lettere e Arti e poi il 1902 perché l’archeologa Ersilia Caetani Lovatelli (1840 – 1925) divenga socia onoraria. Le prime socie attive vengono nominate solo nel 1947; sono la storica Emira Torricella e la poetessa Emilia Belli  (1877-1967), di cui l’archivio dell’Ateneo conserva alcune opere in versi e delle schede  sulle donne bergamasche del Risorgimento.
L’importanza degli studi delle socie  appare evidente dalle tante pubblicazioni  da loro prodotte che si trovano negli archivi e nella biblioteca dell’Ateneo. Anche nella collezione delle opere d’arte  le donne sono presenti con  i disegni di Dora Coggiola (1918-1986) e le miniature  di Lydia Gelmi Cattaneo (1908-1994),  la prima bergamasca ad ottenere il riconoscimento di “Giusto fra le nazioni” .
Oggi le maggiori cariche istituzionali dell’Ateneo – presidenza, segreteria generale, direzione delle tre classi –  sono tutte al femminile a testimoniare il superamento di barriere che per tanti anni sono state di ostacolo al riconoscimento di molte studiose.

Consulta i documenti che raccontano le donne dell’Ateneo.

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